Chuang Tzu

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Chuang Tzu (Zhuangzi), Traduzione e cura di Shantena Augusto Sabbadini – URRA/Feltrinelli, Milano, Settembre 2012

Il Lao Tzu o Tao Te Ching, il Chuang Tzu e il Lieh Tzu (Laozi o Daodejing, Zhuangzi e Liezi rispettivamente nella romanizzazione Pinyin che è ormai divenata lo standard ufficiale per la trascrizione del cinese) sono i tre testi fondamentali del taoismo. I primi due risalgono secondo gli studiosi moderni al quarto secolo a.C., mentre la datazione del terzo è più incerta, oscillando fra il 200 a.C. e il 300 d.C. Tutti e tre hanno avuto un’influenza profonda su tutta la cultura cinese e hanno conquistato il cuore di generazioni di lettori in Occidente, da Schopenauer a Jung, da Heidegger a Thomas Merton. Perché ciascuno di essi in uno stile proprio e peculiare, è, oltre che un testo filosofico, un capolavoro letterario. Alla poetica densità degli aforismi del Tao Te Ching si contrappone l’esuberante gusto di narrare del Chuang Tzu e del Lieh Tzu.

La caratteristica che maggiormente ci colpisce nel Chuang Tzu, oltre alla profondità filosofica e alla modernità (o meglio, postmodernità) di alcuni passaggi, è la spiccata predilezione del suo autore (o dei suoi autori, perché quasi certamente il libro è un collage di contributi diversi) per lo humor, l’ironia, il paradosso, la provocazione. I suoi aneddoti mettono in scena personaggi storici e immaginari, animali e creature fantastiche, re ed eremiti, filosofi e criminali. Il pensiero illuminante emerge là dove meno ce lo aspetteremmo: un bandito tiene una lezione di filosofia a Confucio, una testuggine insegna la cosmologia a una rana, Chuang Tzu (che appare spesso come personaggio nei racconti del libro) sogna di essere una farfalla e questo solleva per lui un fondamentale dilemma sulla natura della realtà.

Come nel caso del Tao Te Ching e in minor misura in quello del Lieh Tzu, il linguaggio del Chuang Tzu è spesso enigmatico e aperto a molteplici interpretazioni. La mia traduzione e i commenti si propongono di fornire alla lettrice o al lettore un efficace strumento per accedere alla ricchezza di sfumature e di risonanze dell’originale cinese. Non essendo pensabile per l’estensione del testo un’analisi parola per parola (come ho fatto per il Tao Te Ching), ho scelto di usare come costante riferimento quattro traduzioni classiche del Chuang Tzu, tre in lingua inglese e una in francese. Nei passaggi più complessi ed enigmatici le note a piè di pagina consentono di confrontare l’interpretazione proposta nel corpo del testo con una o più letture alternative, facendo emergere un’idea assai più piena dei significati possibili dell’originale cinese di quanto possa fare una singola traduzione. Il libro contiene inoltre una dettagliata introduzione e appendici storico-geografiche che collocano nel tempo e nello spazio i personaggi e luoghi menzionati nel testo.