La coscienza

Comprendere la relazione fra la coscienza, l’aspetto soggettivo della realtà, l’esperienza interna che tutti conosciamo così da vicino, e la descrizione oggettiva fornita dalla fisica, dalla chimica, dalla biologia, dalla neurofisiologia, ecc., è sempre stato un problema filosofico cruciale. Il filosofo australiano David Chalmers lo ha definito ‘il problema difficile’ riguardo alla coscienza, distinguendolo dai ‘problemi facili’, che sono quelli che della coscienza riguardano aspetti puramente funzionali, come la capacità di ruferire verbalmente i propri stati interni, ecc. In questo seminario ci tufferemo nelle acque profonde del ‘problema difficile’ adottando la prospettiva della fisica quantistica. Scopriremo che, quando il ruolo dell’osservatore nel problema quantistico della misura è descritto in maniera appropriata, possibilità affascinanti (insieme con formidabili problemi!) si aprono per quel che riguarda la comprensione della coscienza e siamo naturalmente portati a considerare un fondamento dell’essere al di là della dualità di soggetto e oggetto. Esploreremo la straordinaria congruenza di questo abbozzo di ‘teoria della coscienza’ sia con le idee di Jung e Pauli, sia con alcuni concetti tradizionali del buddismo, come quello di vacuità e di emergenza co-dipendente.

Questa conferenza non si propone ovviamente di dire l’ultima parola sul ‘problema difficile’ della coscienza. Intende invece servirsi della fisica come ‘strumento di meraviglia’, capace di aprire prospettive sorprendenti, di scuotere le nostre idee consolidate sul mondo e di aiutarci ad apprezzare meglio questa straordinaria misteriosa realtà di cui siamo parte.

Una bella raccolta di saggi sul problema della coscienza come sopra definito è Jonathan Shear, ed., Explaining Consciousness – The ‘Hard Problem’, MIT Press, Cambridge, Massachusetts, and London, 1995.